IP/05/1473

Bruxelles, 24 novembre 2005

La UE procede a una riforma radicale del settore dello zucchero per offrire ai produttori europei prospettive di competitività a lungo termine

I ministri dell’agricoltura dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo politico su una riforma di ampia portata dell’organizzazione comune del mercato nel settore dello zucchero sulla base di una proposta presentata in giugno dalla Commissione europea.  La riforma è destinata a aumentare la competitività e l’orientamento al mercato del settore dello zucchero dell’Unione europea, a garantire al settore un futuro sostenibile a lungo termine e a rafforzare la posizione dell’UE nel ciclo di negoziati sul commercio mondiale attualmente in corso. Essa permetterà inoltre di uniformare agli altri aspetti della politica agricola comune, recentemente oggetto di riforma, un sistema rimasto largamente immutato per quasi 40 anni. Il prezzo garantito per lo zucchero bianco sarà diminuito del 36% in quattro anni; gli agricoltori otterranno in media una compensazione del 64,2% sulla riduzione del prezzo, sotto forma di un pagamento disaccoppiato, subordinato al rispetto di norme di gestione ambientale e del territorio, che si aggiungerà al pagamento unico per azienda; i paesi che rinunceranno a oltre la metà della loro quota di produzione saranno autorizzati a versare un ulteriore pagamento disaccoppiato pari al 30% della perdita di reddito per un periodo temporaneo di cinque anni; sarà istituito un generoso regime volontario di ristrutturazione per fornire incentivi  ai produttori meno competitivi che vogliano cessare l’attività; gli acquisti all’intervento della produzione in eccesso saranno soppressi dopo quattro anni. I paesi in via di sviluppo continueranno a fruire di un accesso preferenziale al mercato della UE a prezzi favorevoli. Nel 2006 i paesi ACP che lo necessitino potranno beneficiare di un piano di assistenza con una dotazione di 40 milioni di €, preludio a ulteriori interventi di assistenza.

“Saluto con entusiasmo questo accordo storico” ha dichiarato Mariann Fischer Boel, commissario responsabile per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. “Mi congratulo con i ministri per la loro coraggiosa e audace decisione di riformare un settore che nessuno era stato in grado o aveva voluto riformare in passato. Non è stato facile, ma alla fine la ragione ha prevalso e l’accordo raggiunto consentirà al settore dello zucchero della UE di avere un futuro sostenibile e competitivo. Agire ora significa poter disporre dei fondi necessari per agevolare questa dolorosa, ma assolutamente necessaria,  ristrutturazione e garantire compensazioni agli agricoltori. Questo accordo, fatto per garantire la sostenibilità del settore nel lungo termine, non costerà un solo centesimo in più ai contribuenti e avrà positive ricadute anche all’esterno. La nostra nuova politica sarà favorevole agli scambi, rafforzando la nostra posizione negoziale alla riunione ministeriale dell’OMC, prevista a Hong Kong il mese prossimo. Agli agricoltori saranno erogati pagamenti diretti largamente disaccoppiati dalla produzione e, a partire dal 2009, i paesi più poveri del mondo godranno di un accesso illimitato al nostro mercato.


Per i paesi in via di sviluppo la UE resterà un mercato attraente in cui esportare il proprio zucchero e offrirà ai suoi partner ACP l’assistenza finanziaria per adeguarsi ai cambiamenti. L’accordo ci permetterà inoltre di allinearci rapidamente alle conclusioni adottate di recente dal gruppo di esperti dell’OMC.”

Con questo accordo il settore dello zucchero si allinea alle riforme della PAC del 2003 e del 2004. La riforma tiene adeguatamente conto dei redditi degli agricoltori, degli interessi dei consumatori e della situazione dell’industria di trasformazione; essa permetterà inoltre di rafforzare la competitività dell’industria europea dello zucchero, di migliorarne l’orientamento al mercato e di pervenire a un equilibrio di mercato sostenibile, in linea con gli impegni internazionali assunti dall’UE.

I produttori europei hanno ora certezze di lungo termine quanto alle norme che disciplinano il settore. La riforma fissa il quadro economico e giuridico del settore europeo dello zucchero fino al 2014/2015, senza clausola di revisione intermedia. La riduzione del 36% del prezzo sarà controbilanciata da un generoso fondo di ristrutturazione di durata quadriennale avente tre obiettivi principali: innanzitutto offrire incentivi per incoraggiare i produttori meno competitivi a cessare l’attività nel settore; in secondo luogo, stanziare risorse per sostenere l’impatto socio-ambientale della chiusura degli stabilimenti (finanziando piani sociali o programmi di riconversione e misure per il ripristino ambientale dei siti industriali); in terzo luogo, finanziare nelle regioni più colpite dalla riforma lo sviluppo di nuove attività coerentemente con i Fondi strutturali e di sviluppo rurale.

Per i paesi in via di sviluppo l’Europa resterà un mercato attraente in cui esportare il proprio zucchero. La Commissione, inoltre, propone un regime di assistenza per i paesi ACP, che tradizionalmente esportano il proprio zucchero nella UE, avente una dotazione finanziaria iniziale (nel 2006) di 40 milioni di euro. Ulteriori interventi di assistenza a più lungo termine – la cui portata dipenderà dai risultati delle discussioni sulle prospettive finanziarie – saranno garantiti per il periodo 2007-2013.

I particolari dell’accordo

Riduzione del prezzo del 36% ripartita su quattro anni a cominciare dal biennio  2006/07 per garantire un equilibrio sostenibile del mercato e così suddivisa: -20% il primo anno, -27,5% il secondo anno, -35% il terzo anno e -36% il quarto anno.

Compensazione media del 64,2% erogata agli agricoltori e calcolata sulla riduzione di prezzo finale del 36%.  L’inserimento dell’aiuto nel regime di pagamento unico per azienda, subordinandone il pagamento al rispetto di norme di gestione ambientale e territoriale.

Possibilità di un ulteriore pagamento disaccoppiato pari al 30% della perdita di reddito per un periodo temporaneo di cinque anni, oltre alla possibilità di limitati aiuti nazionali, nei paesi che rinunceranno a oltre la metà della loro quota di produzione.

Validità del nuovo regime, compresa la proroga del regime delle quote zucchero, fino al 2014/15, senza clausola di revisione intermedia.

Fusione delle quote A e B in una quota di produzione unica.

Abolizione del sistema dell’intervento dopo un periodo di quattro anni e sostituzione del prezzo di intervento con un prezzo di riferimento.

Introduzione del regime di ammasso privato come rete di sicurezza qualora il prezzo di mercato scenda al di sotto del prezzo di riferimento.

Regime di ristrutturazione quadriennale volontario per gli zuccherifici della UE, e per i produttori di isoglucosio e sciroppo di inulina, sotto forma di pagamento destinato a incoraggiare la chiusura degli stabilimenti e la rinuncia alle quote, nonché a sostenere l’impatto sociale e ambientale del processo di ristrutturazione.


Il pagamento in questione sarà di 730 euro a tonnellata nel primo e secondo anno, di 625 euro nel terzo anno e di 520 nell’ultimo anno.

Possibilità di utilizzare alcuni di questi fondi per compensare i produttori di barbabietole colpiti dalla chiusura degli zuccherifici.

Un ulteriore fondo di diversificazione per gli Stati membri la cui quota è ridotta in proporzioni minime; il fondo sarà alimentato proporzionalmente alla riduzione (per rinuncia) della quota.

Entrambi i pagamenti saranno finanziati attraverso il gettito di un prelievo a carico dei detentori di quota, nell’arco di tre anni.

La barbabietola coltivata per fini non alimentari è ammissibile ai pagamenti previsti per il ritiro dalla produzione e può beneficiare anche all’aiuto per le colture energetiche di 45 EUR/ha.

Per mantenere un determinato livello di produzione nei paesi che producono attualmente zucchero C è prevista una quota supplementare di 1,1 milioni di tonnellate a fronte di un pagamento unico corrispondente all’importo dell’aiuto alla ristrutturazione per tonnellata nel primo anno.

Sarà escluso dalle quote di produzione lo zucchero destinato alle industrie chimiche e farmaceutiche e quello destinato alla produzione di bioetanolo.

Aumento della quota di isoglucosio di 300.000 tonnellate per le attuali imprese produttrici: l’aumento avrà luogo progressivamente in tre anni al ritmo di 100.000 tonnellate all’anno.

Possibilità di acquistare ulteriori quote di isoglucosio in Italia (60.000 tonnellate), Svezia (35.000 tonnellate) e Lituania (8.000 tonnellate) al prezzo dell’aiuto alla ristrutturazione.

http://europa.eu.int/comm/agriculture/capreform/sugar/index_en.htm

http://europa.eu.int/comm/mediatheque/photo/barroso/index_en.cfm?id=7187